Per fare civiero di selvaggina prendi una lepre, levagli la pelle, taglia in pezzi la carne, lavala con del buon vino e soffriggila in lardo e cipolle; pesta bene nel mortaio a crudo i polmoni e il fegato della lepre. Filtra il vino utilizzato per lavare la carne e stemperaci i polmoni e il fegato. Filtra di nuovo e metti a cucinare con la carne aggiungendo del pepe. Se non riuscissi a procurarti il fegato, cerca l'erba che si chiama origano, prendila e tritala con mollica di pane abbrustolita e inzuppata in aceto, e stempera e filtra come è già detto e aggiungi alla cottura della carne. il "civiero" di selvaggina, o "civero", "civè" o "civet" per i francesi, era una carne in umido, simile al salmì ancora oggi in uso. Poteva essere un piatto a se stante oppure una salsa da aggiungere d‘altre carni, come la lingua di vitello allo spiedo che, cotta, "coprasi di civiero o d'altro sapore",come consiglia Scappi o meglio ancora
alla selvaggina, come riferisce Martino Rossi. Ricetta di sicuro successo è presente in quasi tutti i ricettari anche nella versione:"Civiero de lebore" la cui differenza consiste nella tripla cottura della seconda, dove la lepre viene prima lessata, poi arrostita e quindi smembrata e cotta in umido.
Mescola il pecorino con le uova, lo spicchio d'aglio tritato, la mollica di pane grossa quanto un pugno, bagnata nell'acqua e poi strizzata, sale, pepe e, se ti piace l'aroma, qualche fogliolina di maggiorana. Le polpette andrebbero prima fritte in abbondante olio bollente e in seguito ripassare in un tegame con salsa di pomodoro. Volendo puoi comunque cuocere le polpette direttamente nel pomodoro. questo piatto era presente in tutte le feste contadine.
Per fare limonia soffriggi il pollo in lardo e cipolle, trita le mandorle, che siano già pelate, e poi stempera con lardo di maiale, e poi mettile a cucinare assieme al pollo con spezie; e se non hai mandorle ispessisci il detto brodo con rossi d'uovo, e quando sarà ora di servire mettici succo di limoni o di limoni amari.
Curiosità: tutti i trattati italiani medievali e rinascimentali presentano diverse ricette chiamate limonia, lumonia, lomonia o limonea, più o meno semplici oppure con l'aggiunta di molti altri ingredienti. Composizioni chiamate laymuwiya compaiono in testi arabi almeno dal XIII secolo e anch'esse possono essere molto semplici o complesse (con bietola, riso, yogurt, prezzemolo, melanzane, porro, carote, coriandolo, zenzero, menta), ma tutte in generale prevedono la carne di pollo, le mandorle e, naturalmente, il succo di limone. la salsa, dal gusto acido o agrodolce se dolcificata con miele o zucchero, veniva servita per accompagnare sia carne che pesce, come è attestato, tra tanti esempi possibili, dal pranzo tenutosi a Milano nel 1368 in occasione del matrimonio di Violante Visconti e Lionetto d'Anversa, duca di Clarence: al settimo servizio furono portati "caponi e carne in limonia, con pesce in limonia".
Prendi un capretto e riduci la carne in pezzi minuti, soffriggi a fuoco forte il lardo e poi metti la carne a soffriggere. Trita e pesta bene una buona quantità di erbe odorose, zafferano e formaggio fresco e stempera con delle uova a formare un composto morbido; stempera le carni con questo e metti il tutto in un tegame al fuoco per addensarlo un poco. Fai una pasta sottile nel testo unto di lardo, fodera inferiormente il testo con la pasta e riempi col composto di carne e uova al quale aggiungi pepe, copri poi il tutto con altra pasta e metti al fuoco che cucini sopra e sotto, ma controlla spesso, poi mettici del lardo e mangia. Curiosità: le torte ripiene sono state uno dei piatti di maggior successo fin dal medioevo, sempre presenti nei ricettari e sicuramente preparate e consumate in tutti gli strati sociali della popolazione.
Palio e Corteo Storico di Paliano 2022 ©