Cucina, come per il brodo, mescolando sempre con il cucchiaio e quando aderisce alla posata servilo in una tazza. Se dovesse prendere odore di fumo aggiungi un po' d'acqua o brodo magro. Lo zabaione, detto anche zabaglione, è un dolce di origine incerta. Le sue origini sono antiche e il suo nome ha dato vita a svariate leggende. Una lo fa risalire al 1500, quando un capitano di ventura emiliano Giovanni Baglioni arrivò alle porte della città di Reggio Emilia e vi si accampò.
A corto di viveri, inviò alcuni soldati a derubare i contadini della zona, che trovarono solamente uova, zucchero, qualche fiasca di vino e delle erbe aromatiche
In mancanza d’altro fece mescolare il tutto e diede questo antenato dello zabaione ai soldati, che ne furono entusiasti. L’uso popolare chiamava Giovanni Baglione ‘Zvàn Bajòun’ e la crema ne prese il nome diventando prima ‘zambajoun’, poi zabajone e infine zabaione. Per i piemontesi invece, lo zabaione è nato a Torino, nel Cinquecento; dal frate francescano Fra’ Pasquale de Baylon che consigliava alle sue penitenti una sorta di bevanda a base di tuorli d’uovo, zucchero e vino, capace di rinvigorire…i mariti poco vivaci in amore!
Quando il frate fu canonizzato San Pasquale Baylon (Sanbajon in dialetto torinese), le donne torinesi cominciarono a scambiarsi la ricetta del Santo per beneficiare delle sue grazie; fu così che la crema di Sanbajon divenne famosa in tanti altri territori italiani e non solo e santo Giovanni di Baylon, fu eletto a protettore dei pasticceri torinesi. Un'altra leggenda dice che lo zabaione fu inventato da Bartolomeo Scappi (1500-1570), cuoco segreto di papa Paolo III, un'altra ancora lo fa risalire a una densa bevanda proveniente dalle coste veneziane della ex Jugoslavia, chiamata “zabaja”.
Metti il latte e l'acqua in una pentola, aggiungi a freddo il riso e la polpa interna della bacca di vaniglia e porta a ebollizione. Continua la cottura a fuoco basso.
Spengi il fuoco e lascia raffreddare. A parte sbatti insieme uova, tuorlo, zucchero (o miele) e il pizzico di sale. Unisci quindi il riso e cospargi con cannella. Mescola bene il tutto. Imburra una teglia, versarci dello zucchero e fallo scorrere lungo tutta la superficie e i bordi, in modo che lo zucchero resti attaccato al burro.
In alternativa, si può spennellare con miele sia fondo che pareti della teglia. Versa l’impasto col riso nella teglia e fa cuocere in forno una mezz’ora. Questa torta è buona soprattutto fredda.
Inzuppa il pane raffermo nel latte (in origine si usava il latte telato, cioè il latte appena munto, filtrato attraverso un telo) lasciandolo in ammollo per una 5/10 minuti.
Una volta che il pane avrà assorbito bene il latte, passalo nell’uovo sbattuto e friggilo nel burro o nello strutto.
Giralo spesso per evitare che si bruci, scolalo, asciugalo con carta assorbente e cospargilo con la cannella in polvere. Si consuma caldo. questa ricetta, di origine poverissime, era destinata ai pellegrini. Durante il Rinascimento, infatti, c’era l’usanza di fare pellegrinaggi a Roma. Questi pellegrinaggi, lunghi centinaia di chilometri, erano fatti a piedi. Spesso erano fatti da persone povere che per sopravvivere potevano contare solo sulla carità di qualche contadino di buon cuore. Ottenevano da loro ben poco, ma quanto bastava per non morire di fame. Nei casi particolarmente pietosi la padrona di casa preparava e dava il cosiddetto “Pancristiano”, cristiano inteso come di carità cristiana. Il Pancristiano, inzuppato nel latte e nell’uovo e fritto nello strutto (a quei tempi si usava solo lo strutto, avanzo della macellazione del maiale) è un cibo robusto e grasso che “saziava” i pellegrini per un paio di giorni. Dicono che i signori lo consumassero caldo, spruzzato di cannella.
Pasta brisèe:
Per il Ripieno:
Glassa:
Preparare la pasta mescolando tutti gli ingredienti e tenere in fresco per un ora. Nel frattempo, lavare snocciolare e tagliare a pezzi le albicocche.
Sbriciolare la fetta di mostaccioli con il mattarello o nel frullatore. Scaldare i forno a 200 ° Dividere la pasta in tre parti una delle quali più grossa delle altre due.
Stendere il pezzo più grosso e foderare uno stampo con i bordi alti. Fare altre due sfoglie della grandezza dello stampo. Spargere un bello strato di zucchero e mostaccioli sbriciolato sul fondo della sfoglia dentro lo stampo. Spolverate abbondantemente di zucchero e coprite con una delle due rimanenti sfoglie, saldando bene i bordi. Con una rotella da pasta o un coltello, praticare sulla seconda sfoglia delle incisioni decorative a seconda dell’ispirazione e poi incollarla sulla parte superiore della torta. Con una rotella da pasta o un coltello, praticare sulla seconda sfoglia delle incisioni decorative a seconda dell’ispirazione e poi incollarla sulla parte superiore della torta. Infornare e cuocere a fuoco abbastanza forte per 45-55 minuti. Stemperare lo zucchero nell’acqua di rose fino a che non diventa bianco e schiumoso e versarlo sulla torta.
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